21 Settembre 2016

INSIDIE STRADALI e SINISTRO AUTOSTRADALE: onore della prova e responsabilità del Comune

La pericolosità della cosa inerte è indizio dal quale risalire, ex art. 2727 c.c., alla prova del nesso di causa. Se una cosa inerte non è pericolosa, ciò può bastare per affermare che manchi il nesso di causa tra la cosa e il danno. Ma quando il nesso di causa tra cosa e danno è positivamente accertato, non è più necessario stabilire se la cosa stessa fosse pericolosa o meno. La non pericolosità d’una cosa inerte infatti può escludere il […]
14 Giugno 2016

Banca dati sinistri, testimoni e danneggiati: lotta conto la frode alle assicurazioni.

In data 10 Giugno 2016 sulla Gazzetta Ufficiale n. 134, è stato pubblicato il “Regolamento recante la disciplina della banca dati sinistri, della banca dati anagrafe testimoni e della banca dati anagrafe danneggiati, di cui all’articolo 135 del d.lgs. n. 209/2005”. La nascita del maxi data base (archivio integrato antifrode – AIA) permette all’IVASS (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) di consultare e incrociare tutti i dati degli incidenti stradali, dei testimoni e di coloro i quali si trovino al volante […]
3 Maggio 2016

CODICE DELLA STRADA: prelievo ematico e sinistro stradale

Qualora la richiesta della Polizia stradale avesse bisogno di essere seguita dal consenso dell’interessato per poter condurre all’acquisizione dei dati concernenti il tasso alcolemico, la norma lo avrebbe previsto in modo esplicito. Al contrario, la sola condizione posta dall’art. 186, comma 5 (e dall’art. 187, comma 3), è quella sopra ricordata, dell’essere in presenza di “conducenti coinvolti in incidenti stradali e sottoposti alle cure mediche”. Sicché, come questa Corte ha già ampiamente argomentato (sez. 4, n. 15708 del 18/12/2012), ai […]
15 Febbraio 2016

Lavoro di pubblica utilità nei casi di guida in stato di ebbrezza.

Il lavoro di pubblica utilità, in caso di guida in stato di ebbrezza, può incominciare prima del passaggio in giudicato della sentenza di condanna. E’ quanto emerge dalla sentenza della Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione del 22 gennaio 2016, n. 3067.
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