Di recente è stata esposta (febbraio 2018) la relazione finale della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito. Gli esperti hanno riconosciuto il nesso tra esposizione all’uranio impoverito e tumori. Un’altro capitolo della relazione è stato anche dedicato agli “Effetti delle modalità di somministrazione dei vaccini sui militari”.
La scelta dei vaccini da somministrare ai militari e le modalità di somministrazione sono regolate con D. M. 31 marzo 2003 e successive Linee guida attuative, contenute nella Direttiva tecnica per l’applicazione dello stesso, emanata dalla Direzione Generale della Sanità militare (DIGESAN, oggi IGESAN), intitolata “Aggiornamento delle schedule vaccinali e delle altre misure di profilassi per il personale militare” del 14 febbraio 2008.
L’adozione di pratiche come le vaccinazioni multiple compresse può rappresentare, di per sé, un rischio per la salute in relazione ad almeno tre aspetti:
- la quantità cumulativa dei vari componenti dei vaccini eccede il limite permesso per l’autorizzazione all’immissione in commercio del singolo vaccino;
- le ipersensibilità indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità delle analisi pre-vaccinali;
- le reazioni avverse indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità di una valutazione dei rischi personalizzata sulla profilassi vaccinale e la necessità di un monitoraggio periodico a lungo termine su ogni singolo vaccinato.
Fermo restando quanto sopra, la Commissione conferma ancora una volta le conclusioni già evidenziate dal Progetto SIGNUM, nonchè dal lavoro del Prof. Nobile sulla Brigata Folgore – per quanto riguarda la necessità di non somministrare contemporaneamente più di 5 vaccini monovalenti monodose sui militari: tale modalità di inoculazione appare, dunque, la più corretta per evitare l’insorgere di reazioni avverse. Infatti la Commissione, nell’ambito della sua attività di indagine, ha preso conoscenza di casi in cui si erano manifestate reazioni avverse in seguito alle vaccinazioni, con l’instaurarsi di patologie autoimmuni o neoplastiche sopravvenute, in una parte di popolazione militare non sottoposta a fattori di rischio diversi da quelli vaccinali.
La Commissione ha approfondito la tematica dei componenti dei vaccini, assegnata allo studio dalla delibera istitutiva all’art. 1, comma 1, lett. d). Per quanto concerne l’approfondimento delle modalità di somministrazione dei vaccini si osserva quanto segue:
- la Commissione, al fine di garantire una effettiva ed efficace tutela della salute (e della sicurezza) dei militari impegnati in Italia e all’estero, nonchè per perseguire la sicurezza della somministrazione dei vaccini, nell’ottica della eliminazione o quantomeno della massima riduzione del rischio di effetti negativi conseguente all’uso di vaccini in dosi multiple, raccomanda l’utilizzo di vaccini monodose, stante la concreta possibilità che il militare, data l’età adulta, risulti già immunizzato contro alcuni antigeni contenuti nei vaccini in dosi multiple.
- Si raccomanda altresì che non vengano inoculati, in un’unica soluzione, più di cinque vaccini, essendo questa la soglia oltre la quale possono verificarsi eventi avversi.
- Si raccomanda ancora una particolare attenzione all’anamnesi prevaccinale e negli esami reputati necessari nei casi dubbi o di eventuale, pregressa immunizzazione.
Si allega in pdf la relazione finale della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito: relazione-finale-approvata-7feb18